A cura di Giorgio La Porta

L’ultima iniziativa dell’anziano leader di Forza Italia ha lasciato sbigottito l’intero panorama politico, non per la sua efficacia mediatica ma perché appare più come il gesto disperato per recuperare un consenso politico ormai irrecuperabile. La ricetta è la stessa di qualche anno fa: diritti degli animali, Dudù deputato e qualche dentiera per gli anziani, ma ormai il pubblico conosce perfettamente questi giochini a ridosso delle scadenze elettorali. Nasce così l’idea di questo movimento animalista che ha un appeal positivo sui cittadini proprio come il partito dei Verdi che nel lontano ’93 conquistava la capitale d’Italia con Francesco Rutelli. Non gli si poteva dire di essere di estrema sinistra anche se a volte assumevano posizioni più a sinistra dei marxisti stessi, ma in quanto verdi automaticamente non erano rossi e con la scusa dell’ambientalismo riuscivano a captare un certo consenso popolare. I romani scoprirono poi a proprie spese che puoi anche chiamarti verde ma essere dentro rosso.

È altresì molto strano che le aziende del presidente Berlusconi nonostante il suo manifesto di valori continuino a ricevere diversi milioni di euro di introiti pubblicitari da aziende che macellano bovini, pecore, agnellini e così via. Mi piacerebbe sapere tanto se la carne per fare i tortellini pubblicizzati, ad esempio, facciano parte di appositi allevamenti che vengono ipnotizzati prima di entrare nel tritacarne. È vero che le pubblicità permettano l’esistenza stessa di quella televisione ma è pur vero che da uno statista politico ci aspetteremmo un po’ di più di coerenza delle aziende di cui è proprietario.

Altro punto dolente è il bluff dei sondaggi che mi ha letteralmente fatto saltare sulla sedia. Quando qualcuno ci vuole far passare per degli idioti mi sento ancora di più in dovere di fare una corretta informazione. Quando Berlusconi afferma che i sondaggi danno il movimento animalista al 20% penso che stiano sommando dolosamente le mele con le pere. Quello è il potenziale di voto che viene misurato in ogni sondaggio professionale. La domanda che viene posta al campione di ricerca è “lei prenderebbe in considerazione l’idea di votare per questo partito?” e molta gente normalmente risponde di sì. Che io prenda in considerazione idea di votare quel partito non vuol dire che io abbia dichiarato di volerlo votare e tantomeno che io mi rechi a votare il giorno delle elezioni. La maggior parte di noi prende in considerazione di votare più partiti ma poi sulla scheda ne vota uno solo.

Porto due esempi di potenziali di voto: il vecchio partito di Alleanza Nazionale aveva un potenziale di voto del 40% ovvero quattro italiani su 10 consideravano di poterlo votare, ma poi realmente non superava mai il 10-12%. Stessa cosa valeva per Alfano al momento della scissione del Pdl: il suo potenziale di voto era il 35% ma alla prova dei fatti si dovette accontentare di un magro 3%. Quando parlo del bluff degli animali sto dicendo proprio questo: in nessun sondaggio elettorale pubblicato successivamente al lancio del movimento animalista, tale movimento appare citato. Eppure se un italiano su cinque si sposta, te ne accorgi eccome. Nessun sondaggista di rilievo neanche quelli ai quali fanno riferimento i giornali del presidente Berlusconi hanno notato questo spostamento del 20% di italiani. Forza Italia è inchiodata al 12% e non è né salita né scesa di un solo punto. C’è solo un emendamento possibile che potrebbe risollevare le sorti del partito azzurro. Se solo votassero i parenti di Dudù, i vitellini e i gatti allora ci potrebbe essere una possibile risalita. Se poi votassero anche le pecore allora non ci sarebbe neanche bisogno del premio di maggioranza!

 

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