-di Fabio Van Loon- Mancano cinque giorni alle elezioni francesi e la situazione in Francia sembra già una guerra di logoramento, dopo l’attacco di tre ore fa sulla capitale, quella che le autorità francesi chiamano un “probabile” attacco terroristico. Sono due poliziotti, un morto ed uno ferito a fermare l’aggressore, che iniziando nei pressi del campidoglio francese infiamma il travaglio di questa città, ricordando una vulnerabilità già creata dagli attacchi del 2016. Mosse politiche o meno, gli elettori francesi guardano alla leadership e chiedono il come tutto questo è possibile. Chiedono come i grandi pianificatori sociali dell’establishment parigino risponderanno al sangue che macchia le strade di questa città, e se è semplicemente il solito povero isolato, fuggente ed ostracizzato dal razzismo. Queste sono solo alcune delle domande che il popolo francese si starà facendo stasera sulla scia dell’ennesimo attacco terroristico in Francia. Dopo gli 85 morti del tragico attacco a Nizza del 2016, il secondo attacco a Parigi di stasera rappresenta un fulcro ineluttabile per la campagna di Le Pen, che sfida da anni l’establishment e l’elite politica di Parigi. Negli occhi di molti, l’attuale leadership, ancora lontana dall’avere risposte sul terrorismo, appare sempre più incompetente e pesata dalla sua inadeguatezza amministrativa che rappresenta ormai un punto chiave di queste storiche elezioni. Dagli attacchi di due anni fa, a quelli di Bruxelles, di Nizza, Stoccolma ed ora nuovamente Parigi, si conferma l’aria di un forte malcontento, o meglio, il senso di una sofferenza che non potrà che dare vitale importanza alla campagna di Marine Le Pen, potenzialmente donandole una maggioranza più decisiva sui suoi rivali. Gli eventi di stasera daranno sicuramente molte risposte ad un’elettorato ancora molto indeciso, il quale ha in mano la possibilità di aprire un vero bivio nelle politiche dell’immigrazione e della lotta al terrorismo.