A cura di Giorgio La Porta – La Consulta boccia la “miglior legge elettorale del mondo”. Quella legge straordinaria che, dopo le tavole di Mosé, tutto il mondo ci invidia, in realtà è una legge incostituzionale.
I grandi riformisti del partito democratico che con arroganza volevano impugnare la Carta Costituzionale per poterla modificare a loro piacimento e che hanno già subito un una bocciatura da parte della Corte Costituzionale della riforma Madia, oggi vedono bocciare parte di quella che doveva essere la più moderna legge elettorale, una legge ottenuta con arroganza mettendo tre volte la fiducia in aula e facendo così decadere tutte le proposte di modifica delle opposizioni.
Voglio sommessamente ricordare che in ogni democrazia moderna la legge elettorale non è una materia di competenza dell’Esecutivo, ma delle Camere e pertanto il fatto che si ponga la fiducia sulle regole del gioco è un qualcosa di anomalo che solo un’informazione appiattita e prona al Governo non ha fatto notare. Non oso pensare cosa sarebbe avvenuto se qualunque altro Governo di qualsiasi altro colore avesse cambiato la legge elettorale a colpi di fiducia con tutta l’arroganza dimostrata dal partito democratico e dal suo segretario Matteo Renzi. Ma lo stop odierno della Consulta è l’ennesimo schiaffo al Partito Democratico. Quando gli italiani votano liberamente e impugnano quella ‘maledetta’ matita il PD viene preso a bastonate; quando l’organo supremo della Consulta si esprime, gli va anche peggio.
Il partito democratico non è capace di governare, non conosce la Costituzione, non sa scrivere leggi elettorali e riforme della pubblica amministrazione ed è di fronte a questo ennesimo fallimento che deve cambiare modo di agire.
Non ci sono altre scuse per sciogliere le camere e tornare a votare entro primavera.