SCENE DI FESTA PER LA LIBERAZIONE DALL’ISIS, DONNE BRUCIANO BURQA E UOMINI SI TAGLIANO LA BARBA, MA UNA SCRITTA PREOCCUPA L’EUROPA: STANNO ARRIVANDO A ROMA.
A cura di Giorgio La Porta – L’ottima notizia sul fronte della guerra allo Stato Islamico è che dopo Manbj in Siria, il califfato sarebbe in fuga anche da Sirte in Libia. I miliziani della coalizione kurdo-araba sostenuta dagli Stati Uniti hanno riconquistato le città e la sede della radio centrale di Sirte dove i terroristi avevano il proprio quartier generale. Secondo Al Jazeera l’importanza di Manbij sta proprio nella sua posizione strategica di rifornimento per Raqqa, la capitale siriana dell’Isis.
La gente sta festeggiando in piazza acclamando l’esercito. Scene commoventi tra le donne che abbracciano le soldatesse, altre che finalmente libere possono fumare e altre ancora che liberatesi dal burqa lo hanno bruciato pubblicamente. Hanno dichiarato di essere state costrette e per questo di volersi liberare da quel simbolo di schiavitù.
Se le scene di festa fanno ben sperare e fanno pensare che il peggio sia finito e la guerra sia quasi da scrivere sui libri di storia, qualcosa ci dice che la guerra stia soltanto spostando il suo baricentro. Dal porto di Sirte appena liberata arriva un presagio catastrofico che sa di sventura per l’Europa. Il califfato starebbe usando il porto di Sirte per portare la guerra santa nel nostro Continente.
“Il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma, con il permesso di Dio”. È una frase minacciosa trovata su un muro della città di Sirte. Il pericolo più grande è che le truppe del califfato in fuga possano camuffarsi tra la popolazione e salire sui barconi per l’Europa per riorganizzare qui le cellule del terrorismo. Non è casuale l’allerta massima nelle nostre città, ma gli arrivi coi barconi fanno saltare ogni controllo. E’ irresponsabile non mettere un blocco agli accessi. Non capiremo mai chi sono i padri, le madri e i terroristi. E quando lo scopriremo saranno solo tragiche ricostruzioni.
