Le calure estive aumentano e, nonostante la settimana parlamentare sia giunta al termine, le placche tettoniche azionate dal terremoto dell’Operazione-Parisi continuano a muoversi e aprire voragini. Le pulsioni neocentriste del manager, già messe in atto nella Milano dove gli ha permesso di arrivare al ballottaggio, non piacciono a tutti. La larga coalizione – dalla Lega ad i popolari – ha reso il centrodestra “competitivo” a Milano, utilizzando un’efficace definizione di Maurizio Gasparri. In specie, chi dalla galassia forzista vuole tornare in Parlamento scalpita per far infrangere contro gli scogli la marea montante di Parisi. Dopo le indiscrezioni uscite a mezzo stampa in merito la possibile esclusione dalle liste per limite di mandati possibili – nell’ottica di Parisi, massimo 4 – Gianfranco Rotondi non le ha mandate a dire. “Con tutto il rispetto per Stefano Parisi il leader del centrodestra e’ Silvio Berlusconi e non e’ pensabile che vi sia, con Parisi, “un commissariamento del centrodestra” ha detto l’ex Ministro unendosi a già una folta schiera di detrattori. Ha poi continuato schernendo- “quando io sostenevo gli esami all’Università Federico II di Napoli, Parisi già collaborava con De Michelis e De Mita”- fino ad arrivare ad un totale defacing rispetto la sua attuale collocazione partitica (Rotondi è iscritto al gruppo parlamentare di Forza Italia e leader di Rivoluzione Cristiana, ndr) per pensare ad un abbraccio con casa madre dell’Unione di Centro, dopo gli ultimi ripensamenti sul posizionamento in maggioranza del segretario Lorenzo Cesa. La lotta per la leadership del centrodestra continua.