Tremano i palazzi della politica. Ora l’Italicum porta dritti a Palazzo Chigi i grillini.
- a cura di Giorgio La Porta – Abbiamo tentato in tutti i modi di avvertire Renzi e Berlusconi della pericolosità del sistema elettorale e della riforma costituzionale. Ma i vecchi padroni della fabbrica proprio non hanno voluto ascoltarci e si sono cuciti un sistema elettorale su misura. Ora che che la misura è cambiata quel vestito fa pecche da tutti i lati e non è più indossabile.
I romani, i torinesi e i cittadini di altre 19 città, hanno dimostrato che al ballottaggio sono disposti a votare per il candidato grillino senza alcuna esitazione. Chi scrive in questo istante ieri si è trovato per la prima volta in 20 anni di fronte allo stesso dilemma. E’ bastato poi guardare il logo del Pd per mandare la mano nel lato opposto della scheda.
I numeri di Roma parlano chiaramente. Virginia Raggi passa dai 460 mila voti del primo turno ai 770 mila del secondo con un aumento di 310 mila voti. Giorgia Meloni ne aveva conquistati 270 mila e Marchini 143. E’ lì che i 5 stelle hanno preso quei 300 mila voti che li hanno portati al trionfo.
Il bipolarismo, la scelta di campo, la rivalità storica tra destra e sinistra non hanno fatto altro che avvantaggiare la terza forza in campo.
Il sistema trema anche perché se il 5 stelle riuscirà ad arrivare al ballottaggio nazionale sarà impossibile fermare la sua ascesa. La destra vota i grillini, ma anche la sinistra quando può vota i 5 stelle. E’ il caso di Tor Bella Monaca, dove Fratelli d’Italia è arrivata al ballottaggio e dove tutti gli elettori di centrosinistra hanno votato i 5 stelle pur di non mandare al governo la destra. E’ ciò che succederà al ballottaggio nazionale. O i partiti si danno da fare al volo per modificare il nuovo sistema elettorale e far saltare il ballottaggio o mettiamoci bene in testa di avere il prossimo governo a 5 stelle.
Non faccio l’elenco delle città per non essere noioso. Questa a me, quella a te. No, non ci rendiamo conto che c’è un’ondata che ha spazzato via questo modo di contare. I vecchi potentati di voti non esistono più e l’ottimo Berlusconi non decide più chi far vincere, ma al massimo riesce a decidere di fare lo sgambetto a Giorgia Meloni per mandare al ballottaggio Giachetti. Poi però gli elettori, sovrani e non stupidi, se ne accorgono e decidono di seppellire con una stessa croce Giachetti, Renzi e Berlusconi nella stessa fossa.
Per la prima volta nella mia vita ho un mix esplosivo di gioia e rabbia. Sto nero per il risultato di Roma e la porcata che abbiamo subito, ma contemporaneamente sono contentissimo perché l’intero sistema può resettarsi. Le correnti, i padroni delle preferenze, i vecchi signori che investivano milioni per comprare consensi e poi avere favori, sono stati cancellati. Per non parlare poi dei signori che mangiavano panini invece di presentare le liste, le coppiette di fidanzatini nei listini bloccati, le igieniste dentali. E’ finito tutto questo puttanaio che ha offeso per anni un’intera comunità politica.
Ci aspetta un po’ di sana e dura opposizione, ma stare lontani dai bottoni non può che far bene ad un centrodestra che si era abituato a mangiare solo con il servizio di argenteria. Non c’è più l’argenteria e non ci sono più i camerieri. Si torna tra la gente col panino e la porchetta e il piatto di carta ad affrontare i problemi concreti con quella tenacia che i nostri padri ci hanno insegnato. Per inseguire gli ori e gli allori abbiamo svenduto il nostro patrimonio più grande, i nostri valori di onestà e legalità e gli elettori sono andati altrove.
Torniamo da loro, torniamo a parlare il loro linguaggio e a testimoniare con azioni concrete i valori nei quali crediamo e smettiamola di scimmiottare presunti statisti che al momento opportuno si sono svenduti la dignità per mettere su una scialuppa le aziende di famiglia.