– a cura di Federica Russo – Le carte continuano, giorno dopo giorno, ad essere scoperte. Nuovi tasselli si aggiungono e le considerazioni di quelle circostanze inerenti al Governo Berlusconi e alla sua caduta , iniziate nel 2011 ma in gioco ancora oggi, portano l’opinione pubblica a ridefinire i ruoli dei protagonisti Europei e non: chi è la vera vittima e, soprattutto, chi è il vero carnefice? Il quadro cambia, e non poco. Riflettere è inevitabile e, oseremo dire, è d’obbligo.
“Berlusconi si racconta a Friedman – My Way”, pubblicato da Rizzoli nell’autunno 2015 e firmato dal noto giornalista statunitense Alan Friedman, è stato un libro atteso, un’ opera in cui si sarebbe potuto scoprire qualcosa in più rispetto ad un uomo che ha segnato la storia del nostro paese. Ma, scorrendo le pagine ciò che si è potuto apprendere non ha riguardato solo il Silvio Berlusconi determinato e in grado di accumulare ricchezze, prestigio, potere e la fiducia di grandi leader . In particolar modo, nel capitolo 11, l’autore, assieme ai ricordi dello stesso protagonista, ci rende partecipi di episodi e accadimenti di cui la stampa all’epoca non ha ampliamente parlato, o almeno non tanto quanto ha fatto con altri temi riguardanti lo stesso Berlusconi e su cui si è scelto, nello stesso periodo, di sproloquiare.
Si inizia con la palpabile tensione tra l’allora Premier italiano e Nicolas Sarkozy, passando per la necessità di quest’ultimo di ricoprire a tutti i costi nel vecchio continente un ruolo principale che forse poco gli si addiceva, fino ad arrivare alla discussa linea di austerità seguita da Angela Merkel e dalle Istituzioni europee nei confronti di alcuni paesi dell’ Unione , tra i quali l’Italia, che in quel momento era tutt’altro che unita e tutt’altro che forte a causa della pressante crisi economica.
Ma uno dei fatti che lascia alquanto disorientati (ma non molto stupiti) è il racconto inerente ai segreti incontri che l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano avrebbe organizzato con Mario Monti e altri esponenti. Quindi proprio con colui il quale sarebbe andato, a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio, a sostituirlo. Temi già anticipati dallo stesso scrittore nella sua opera del 2014 “Ammazziamo il Gattopardo”.
Friedman, ospite assieme all’onorevole Renato Brunetta, non ha smesso di commentare le vicende di ieri come le recentissime indiscrezioni rilasciate da WikiLeaks neppure durante la puntata di mercoledì 24 febbraio, di Matrix in onda su Canale 5.
L’esponente di Forza Italia, in tal proposito ha affermato di aspettarsi la pubblicazione delle intercettazioni delle telefonate tra Giorgio Napolitano e gli altri leader europei, tra i quali la Cencelliera tedesca per far chiarezza su quella “tempesta perfetta” che stranamente è riuscita a scoppiare nell’arco di un mese in quel particolare 2011 grazie anche alle vendite dei titoli da parte della Deutsche Bank.
Ciò che poi ha continuato a spiegare Alan Freidman, lascia ancora più amareggiati: nell’autunno di quell’anno, Nicolas Sarkozy, appoggiato dalla Merkel, guidò una sorta di fronte ai danni di Silvio Berlusconi e del suo Governo, da una parte esercitando forti pressioni affinché l’Italia realizzasse immediatamente specifiche e “quasi impossibili” riforme, e dall’altra chiedendo l’aiuto della Casa Bianca. Ma il Presidente Obama rispose con un secco “no”, l’America non voleva avere, afferma Friedman, “le sue mani sporche del sangue di Berlusconi”.
Le affermazioni del giornalista sono poi confermate, come lui stesso ha sottolineato al conduttore della trasmissione, dalle dichiarazioni di altri leader politici come José Luis Rodriguéz Zapatero e José Manuel Durao Barroso al corrente di quanto stesse accadendo alle spalle di Silvio Berlusconi e del popolo italiano che legittimamente aveva scelto, esercitando il proprio di diritto al voto, che quel governo lo rappresentasse.
Brunetta parla di “complotto”, Friedman di “intrigo” ma, a prescindere dal termine utilizzato per descrivere la vicenda, sarebbe opportuno riflettere attentamente su quello che gli italiani hanno vissuto a partire da quei caldi giorni in cui si è scelto di abbandonare in un angolo la sovranità del popolo, che la Costituzione si appresta a sancire. E se questo fosse stato reso possibile anche grazie all’opera di chi, inconsciamente, consideravamo “lavoratore della e per la patria” che pensava però a formare un nuovo e personalmente scelto governo, da molto e molto tempo prima che Silvio Berlusconi rassegnasse le sue dimissioni?
Le “accuse” rivolte durante la puntata di ieri verso l’ex Presidente Giorgio Napolitano non sono state velate da parte di Renato Brunetta, che in quel periodo occupava anche la poltrona di Ministro per la Pubblica Amministrazione e le Innovazioni.
Sono passati ben cinque anni e il Governo Berlusconi è stato l’ultimo Governo in carica ad essere eletto dai cittadini e quando questo possa riaccadere di nuovo non si sa. E non saperlo risulta assurdo e inaccettabile.
Si attenderanno ora le risposte delle personalità coinvolte. Risposte che gli italiani tutti, a prescindere dall’appartenenza politica, dovrebbero ascoltare e giudicare per evitare di riporre la loro fiducia, nuovamente, nelle mani di chi ne abusa.
Questo è un tema che va al di là dei sostenitori di questo o quel partito, è un tema che riguarda la nostra identità e la nostra libertà che è stata a lungo boicottata.