-A cura di Danilo Conte Aglioti – Mentre crollano le quotazioni del petrolio nel contesto internazionale arrivando ai minimi dal 2009 l’Italia rimane nei vertici della classifica dei i prezzi di benzina e gasolio.
La nostra media italiana di 1,340 euro/litro di gasolio si pone al secondo posto in Europa dopo solo il Regno Unito con le sue 1,543 euro/litro.
Sul fronte della benzina invece con le sue 1,475 euro/litro l’Italia si pone al quarto posto dietro l’Olanda con 1,545 euro/litro, Regno Unito 1,502 euro/litro, Danimarca 1,499 euro/litro, paesi ad ogni modo dove il reddito medio è più elevato del nostro.
Un litro di benzina costa in italia il 20% in più rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea mentre con il gasolio la differenza è del 18%.
Il tutto pone una accurata riflessione sul motivo della tassazione ( famose accise ) che incombono su ogni cittadino consumatore italiano, le quali creano un’elevata tassazione su tutto il territorio italiano che grava sull’acquisto dei carburanti, il cui ammontare è stato incrementato nel tempo allo scopo di fronteggiare finanziariamente diverse emergenze provocate da eventi naturali e non. Quando sono cadute le giustificazioni di esse, tali incrementi non sono mai stati aboliti, pertanto si può dire che tutte sono anacronistiche.
L’elenco completo comprende:
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1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
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14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
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10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
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10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
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10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
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99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
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75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
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205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
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22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
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0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
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0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
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0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
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da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
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0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
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0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
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0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011
– 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.
Il totale di suddetti incrementi dell’accisa, stabiliti prima dal Regno d’Italia e poi dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,41 euro (0,50 euro IV inclusa). Da precisare che dal un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina.
A tutto questo si somma la cosiddetta imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale a 72,42 cent per litro per la benzina verde e 61,32 cent per il gasolio IVA esclusa. Aggiunta anche questa, al 22%, si ottengono 88,35 cent nel primo caso e 74,81 cent nel secondo.