Bertinotti, Veltroni, D’Alema, Boldrini e Conte tra i tanti ad accettare l’invito ad Atreju. La Schlein scappa dal confronto.
Trovatele voi le differenze tra una Giorgia Meloni, primo premier italiano a tornare a confrontarsi a un congresso della CGIL dopo 27 anni di assenza del primo ministro italiano a un evento del sindacato e una Elly Schlein che scappa anche da Atreju. La stessa Atreju che dopo 25 anni è diventata un vero momento di confronto politico dell’intero panorama italiano.
Non era di destra il premier Giuseppe Conte che solo 4 anni fa partecipò alla manifestazione, come non erano di destra Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista che vi partecipò nel 2006, Valter Veltroni candidato premier del centrosinistra nel 2001, Massimo D’Alema primo premier ex comunista. E non erano di destra neanche Laura Boldrini, ai tempi di Sinistra Ecologia e Libertà così come non ricordo a destra Marco Minniti ministro dell’interno che venne letteralmente acclamato ad Atreus di qualche anno fa.
In questi anni la kermesse della destra italiana è diventata un vero e proprio punto di riferimento del dibattito politico, al pari del Meeting di Rimini, della Festa dell’Unità, di Everest o di Cernobbio.
Una politica che ha il dovere di confrontarsi anche al di fuori dei palazzi e che si toglie la giacca e la cravatta per incontrarsi in maniera più informale. Resta storico lo scherzo che i giovani di Atreju fecero al Presidente Gianfranco Fini, facendo una domanda sui ‘kaziri’, popolo inventato ad hoc proprio per creare una trappola. Fini ci cascò in pieno.
Dal 98 a oggi nessuno si è mai fatto male ad Atreju, nessuno è stato cacciato o insultato, anzi uno spirito allegro e goliardico ha formato un’intera generazione che ora è classe dirigente del Paese.
Che Elly Schlein dica che il confronto debba essere solo in Parlamento, ammette una sua grande impreparazione e debolezza. Così fosse non dovrebbe andare neanche alle altre feste di partito.
Il problema è un altro ed è eclatante. Se fa una figuraccia e viene incalzata anche da giornalisti di sinistra come Lilli Gruber e Massimo Giannini, cosa accadrebbe se venisse intervistata da un Porro, un Giordano o un Capezzone?
Elly Schlein a sei mesi dal voto delle europee rischia tutto e lo sa benissimo e non può permettersi figuracce. Per questo non andrà ad Atreju. Non ci sono altri motivi. Ha il terrore di fare una figuraccia storica prima di sparire dalla scena politica. Che è ciò che avverrà il giorno dopo le europee.